Mostra del Cinema di Venezia 2003
Diario:
In ogni edizione della Mostra del cinema
di Venezia si è potuto ravvisare uno o più
temi ricorrenti nei film (ricordo che per l'edizione 1999
si parlò a lungo di quanto il sesso fosse alla base
di moltissimi film selezionati, tanto che il regista Zhang
Yimou - che poi peraltro vinse il Leone d'oro - dichiarò
in conferenza stampa di sentirsi fuori posto visto che il
suo film parlava di bambini). L'edizione di quest'anno sembra
avere una particolare predilezione per i rapporti di coppia
dove la differenza di età è molto ampia, con
l'uomo anche trent'anni più anziano della donna.
|
|
I due film in concorso di cui stiamo per parlare
non fanno eccezione. Il primo è un altalenante prodotto francese
intitolato Les sentiments, di Noémie Lvovsky. Il film
racconta la storia di due coppie di vicini, la prima di mezza età
con figli adolescenti, la seconda di sposini novelli poco più
che ventenni. I quattro sembrano andare molto d'accordo, almeno
fino a che tra il maturo Jacques e la giovane Sonia non inizia una
relazione tanto turbinosa quanto piuttosto difficile da tenere nascosta.
E difatti i due verrano scoperti, dando il via ad una serie di accadimenti
che sfioreranno la tragedia... film altalenante, si diceva, indeciso
tra la commedia agrodolce ed il dramma sentimentale, incapace di
fissarsi in uno stile narrativo unico e coerente. Tutti temi già
visti, raccontati senza un gran brillare di idee registiche, rendono
questo film tutto sommato dimenticabile nonostante le prove attoriali
siano decisamente buone (soprattutto Jean-Pierre Bacri, già
apprezzato ne Il gusto degli altri, nel ruolo di Jacques).

Di ben altro spessore il futuristico Code 46
di Michael Winterbottom. Il prolifico regista inglese ipotizza un
futuro dove l'umanità è divisa tra chi vive "dentro"
e chi vive "fuori". Apparentemente i privilegiati (lavoro,
casa, soldi) sembrerebbero essere i primi... ma in verità
la loro vita è assai più controllata e limitata rispetto
ai secondi (per esempio ogni volta che han bisogno di spostarsi
dall'area geografica in cui vivono, prendere un volo etc devono
avere dei permessi speciali a tempo). Vale anche per le figure di
grosso spicco, come William (Tim Robbins), incaricato di indagare
su una frode perpetrata ai danni della compagni di assicurazioni
Sphinx - William fa leva sui particolari poteri donatigli da un
empathy virus che gli consente di intuire i pensieri della gente.
Ma anche in una società così perfettamente organizzata
c'è spazio per l'imprevisto, ed ecco quindi che William finisce
per innamorarsi della giovanissima truffatrice Maria (Samantha Morton)
che invece dovrebbe denunciare. Nonostante la loro relazione sia
non autorizzata e quindi ostacolata con ogni mezzo (compresa l'eliminazione
del ricordo della stessa in una specie di lavaggio del cervello
ultramoderno) i due riusciranno a fuggire "fuori"...
Code 46 è un film di fantascienza molto atipico, capace di
creare contrasti visivi piuttosto forti tra l'ipertecnologizzata
Shangai dove si svolge buona parte della narrazione e il deserto
indiano che rappresenta il mondo di fuori. Ai colori e agli ambienti
freddi, al buio e agli spazi angusti della prima location fan da
contraltare il caldo, il sole e gli ampi spazi del deserto indiano.
Le ultime immagini di Maria, esiliata nel mondo di "fuori"
ma felice di potersi tenere stretti i suoi ricordi sono veramente
suggestive, a conferma una volta di più che forse i veri
schiavi non sono quelli che vivono dentro.
continua...
Federica Arnolfo
|