Accordi
e disaccordi. Woody Allen. 1999. U.S.A.
Attori: Sean
Penn, Samantha Norton, Anthony LaPaglia, Uma Thurman, Brian Markison, John
Waters
Durata: 95'
Titolo
originale: Sweet and Lowdown
Anni ’30. Emmet Ray è un
chitarrista di jazz. Egli si considera il più grande chitarrista del mondo,
anche se sa che uno zingaro in Europa (Jean-Baptiste “Django” Reinhardt)
suona la chitarra meglio di lui. Emmet Ray ha una speciale fama, si presenta
sempre in ritardo, ubriaco o non si presenta proprio alle serate che il suo
manager gli procura. Ray vive di musica, adora i vestiti su misura e sembra non
mostrare nessuna comprensione per il mondo che lo circonda; i suoi confidenti e
consulenti sono barboni, ama sparare ai topi e mostrarli come trofei e va pazzo
per i treni, per il solo fatto di guardarli percorrere le rotaie. Emmet Ray è
una grande macchietta della musica jazz.
Scritto come se fosse una biografia e girato come se fosse
un documentario narrato da diversi interventi esterni alla storia e fra i quali
compare lo stesso regista (che giustifica la scelta del soggetto), la storia si
estende in una serie (per altro breve, ripetitiva e poco articolata) di
disavventure che servono a descrivere il personaggio così com’era ricordato
nella ristretta cerchia dei musicisti. Accompagnate da una colonna sonora
raffinata ed onnipresente (Reinhardt e Duke Ellington), le immagini e la trama
non sono questa volta infarcite dalle taglienti battute del regista, che ha
anche scritto la storia, mentre si regge quasi completamente sulla buona prova
di Sean Penn. Un po’ noioso, ben ricostruito storicamente, il film di W. Allen
non diverte come dovrebbe ma ha il merito (forse il vero obiettivo) di far
conoscere al pubblico contemporaneo un genio della musica jazz, grande e
particolare, borioso e perdente.
Bucci Mario
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