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Beautiful People Anno: 1999 Regista: Jasmin Dizdar; Autore Recensione: Andrea Lojoli Provenienza: UK; Data inserimento nel database: 09-06-1999
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Beautiful people
di Jasmin Dizdar
Il film è ambientato a Londra nel 1993, ma ha come tema la guerra in
Bosnia; o meglio, le ripercussioni della guerra in Bosnia sul resto del continente
per via delle migliaia di profughi che hanno trovato la salvezza, iniziando
una nuova vita nei paesi occidentali.
Qui siamo a Londra, una città che accoglie ogni giorno migliaia di profughi.
La radio su un autobus annuncia le precauzioni che verranno prese nei confronti
dei tifosi, che andranno a vedere il match Olanda-Inghilterra, nel frattempo
due sconosciuti cominciano a picchiarsi e vengono entrambi cacciati fuori dall'autobus.
Uno è serbo e l'altro è croato. E' l'inizio di una guerra privata
che continua nelle strade di Londra. Dall'altra parte della città, una
famiglia di origini aristocratiche, ha appena finito di fare colazione e di
leggere gli articoli riguardanti il capofamiglia, un ministro conservatore contrario
all'immigrazione. La loro figlia più piccola, Portia, lavora come infermiera
in un ospedale dove conoscerà e si innamorerà di Pero, un altro
profugo di guerra. In un altro quartiere, abitano un medico (in piena crisi
matrimoniale), che ha in cura una coppia di profughi che sta aspettando un bambino;
Griffin, un ragazzo tossicodipendente, che si addormenterà a Rotterdam
e si sveglierà in Bosnia; e una coppia: lei, scultrice e pittrice, lui,
giornalista alla BBC inviato in Bosnia.
Da come si evince, lo scopo di questo bellissimo film girato da Dizdar (nato
in Bosnia) è che ognuno dei protagonisti, appartenenti a ceti sociali
diversi, si imbatta nella realtà della guerra in Jugoslavia sia direttamente,
come il giornalista della BBC e Griffin, che indirettamente, come Portia, il
dottore e l'infermiera che si prenderà cura del serbo e del croato. E
anche loro verranno a contatto con la dura realtà di Londra, che prima
ammette di rifugiare i profughi e poi tramite la polizia, opera rastrellamenti
nei quartieri per stanare gli immigrati e con le loro eterne rivalità
interne (gallesi che non sopportano gli inglesi).
Inoltre, lo sguardo satirico (nei confronti della cultura britannica), con il
quale è stato, volutamente, girato, lo rende un film godibile ed esilarante
al punto giusto. Da non perdere.
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