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Këid Ensa - L'astuzia delle donne Anno: 1999 Regista: Farida Benlyazid; Autore Recensione: Andrea Caramanna Provenienza: Morocco; Switzerland; Tunisia; France; Data inserimento nel database: 13-01-2001
Këid Ensa - L'astuzia delle donne
Këid Ensa - L'astuzia delle donne
Regia: Farida Benlyazid
Sceneggiatura: Farida Benlyazid dal racconto "Le Conte de la fille au
basilic"
Fotografia: Serge Palatsi
Montaggio: Kahéna Attia
Musica: Mohamed Cherraf
Suono: Fawzi Thabet
Interpreti: Samira Akariou, Rachid El Quali, Fatma Bensaïdane, Abderrahim
Bayga, Amina Alaoui, Hammadi Amor, Mohamed Razine, Amina Rachid, Abdelkebir
Chedati, Saâdia Azgoune
Produzione: Tingitania Films (Morocco), Waka Films (Switzerland), Touza
Productions (Tunisia), Céphéide Productions (France)
Dostribuzione: Brussels Ave, Rue des Visitandines 1/48, 1000 Bruxelles tel 0032
25119159 fax 0032 25118139 [email protected]
Origine: Morocco, Switzerland, Tunisia, France, 1999, 35 mm, colore, 90 min.
visto al Cinemamed. Il Cinema dei Paesi Arabo Mediterranei. Palermo 11-18
gennaio 2001
Retrospettiva:Panorama Lungometraggi 1997 2000
$align="left"; include "image1.php3"; ?>Ci troviamo nel palazzo di un
principe che fa il bello e cattivo tempo. Magari in senso buono, tuttavia il
sollazzo e piacere del nobile figlio del sultano coincidono esattamente con la
disponibilità delle persone che gli stanno attorno. Devono subire piacevolmente
il principe, le sue attenzioni e i suoi sguardi. La superiorità del sultano è,
ci rendiamo presto conto, del tutto relativa, perché con la complicità e
subordinazione degli altri, soprattutto le donne dell'harem, egli non si rende
conto di nulla. La sua esplorazione consiste, ed è una sorta di indicatore
psicologico della sua condizione di isolamento, nello spiare con un binocolo il
mondo fuori dell'harem, tentando di carpire espressioni o atteggiamenti
spontanei in chi osserva. Tuttavia il gioco può continuare solo attraverso la
complicità di chi è osservato. La bella Lalla Laicha, infatti, presto fa capire
al principe che solo essa è padrona delle sue intime espressioni. Il principe
può far ben poco per svelarne il segreto. Anzi la ragazza rilancia dimostrando
subito la sua astuzia. Si introduce nel palazzo sotto le mentite spoglie di una
schiava nera. Drogato il principe, lo trucca, gli rade la barba e osa pure
lasciare una zucchina nel reale deretano. Come si può evincere da questa
gioviale sequenza il film procede attraverso questi giochi stuzzicanti, che
fanno chiaramente presagire la vittoria finale di Lalla sul principe. In questa
atmosfera vagamente incantata, quasi edulcorata dai contrasti cromatici, i
ruoli femminili e maschili è come se non si scontrassero mai, convivono in
un'armonia e serenità che sembrano appartenere a una saggezza e aneddotica
millenaria.
In altri termini la materia è trattata evitando la costruzione drammaturgica,
con personaggi che sembrano macchiette e scenette quasi dei bozzetti, sempre
divertenti. La donna è per l'uomo un fenomeno strano e sorprendente. Il
principe domanda se le donne sono uguali agli uomini o ancora se posseggono
intelligenza. Eppure già la saggezza contenuta nei libri ha affrontato
l'argomento. La donna è intelligente quanto l'uomo. Ci sono esempi di donne
eccellenti nella Storia: guerriere, scienziate ecc. "Sì, ma la donna è impegnata
ad allevare i figli... " osserva il principe.
Come si evince dai semplici, forse ingenui dialoghi, si continua a riflettere
su rapporti tra uomini e donne della società araba senza che affiori alcun
segno di violenta conflittualità tra i sessi.
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